Esperienze di un … Angelo

8° Episodio

Persona8, 45enne, residente in una località montana si allontana da casa lunedì 11/11/2002. L’ultimo contatto lo ha avuto con la moglie alle 17.00 circa, dopo di che, si presume, che sia entrato in uno stato confusionale; sono le 18.00 circa.
La moglie da l’allarme la mattina del giorno successivo e le ricerche vengono immediatamente organizzate. Il coordinamento dell’intervento è gestito dalla Protezione Civile e dai Vigili del Fuoco.
Le ricerche iniziano dal punto dove l’uomo è stato avvistato per l’ultima volta in stato confusionale per poi proseguire lungo i corsi d’acqua, altri siti e nelle zone limitrofe al paese. Le U.C.R.S. precedono le squadre di ricerca e soccorso.
Un valido coordinamento, un’accorata raccolta di informazioni, una buona preparazione e motivazione del personale di ricerca e soccorso, ha fatto sì che il corpo dell’uomo venisse ritrovato alle ore 16,30 in un corso d’acqua.
Il recupero è stato effettuato dal Soccorso Alpino con la collaborazione dei Vigili del Fuoco.

9° Episodio

Domenica 03/11/2002 Persona9 di 72 anni e la moglie decidono di trascorrere il pomeriggio cercando funghi nei boschi (zona di pianura) a circa 12 Km. dalla propria residenza. Si sono divisi dandosi appuntamento, per il rientro a casa, alla vettura parcheggiata nei pressi di un paesino. La moglie, non vedendo rientrare il marito con il sopraggiungere del buio ha dato l’allarme e subito sono cominciate le ricerche da parte della Protezione Civile e i vigili del fuoco del luogo. Nel corso della notte le ricerche sono state sospese. La mattina del giorno dopo la Protezione Civile ha ricominciato le ricerche senza allertare le unità cinofile. Alcune C.N.R.S. di altri Enti, si sono presentate al coordinatore dell’intervento mettendosi a completa disposizione. Nel frattempo è giunto sul luogo il figlio del disperso che si è affiancato all’unità cinofila del Soccorso Alpino. Le zone assegnate ai due Enti, non direttamente dipendenti alla Protezione Civile, secondo alcune testimonianze, non essendo quelle da perlustrare secondo il coordinatore, sono stati mandati a cercare sulle strade (dove il cane non serve) e in zone già battute; anche il figlio di Persona9 nota questo  comportamento anomalo e poco professionale da parte della Protezione Civile e, come se non bastasse,  annuncia, nel primo pomeriggio, la sospensione delle ricerche e la ripresa delle attività non prima di sabato. Il disappunto dei famigliari verso l’Ente è molto evidente e su specifica richiesta dei familiari viene organizzata nell’immediatezza una riunione con alcuni cinofili; il resto lo fa la nostra volontà di lavorare.
Quindi, a seguito della riunione, decidiamo di continuare le ricerche nonostante l’abbandono della Protezione Civile. Abbiamo raccolto il maggior numero di informazioni possibili e stabilito le zone mancanti; le quattro squadre, di comune accordo, riorganizzano i soccorsi nelle tre zone ancora da perlustrare; una molto ampia, un’altra più piccola e ultima molto pericolosa ed impervia, motivo per cui la Protezione Civile aveva scartato a priori per le sue caratteristiche orografiche. Per quest’ultima zona sono stati scelti 2 conduttori molto esperti e preparati dal punto di vista alpinistico e cartografico con il supporto di un esperto infermiere professionale.
La mattina di martedì abbiamo ripreso le ricerche con 3 cani e 20 persone. Le squadre sono state deliberatamente organizzate miste (i componenti delle squadre sono tratti dai vari Enti presenti alle ricerche) per garantire un maggior affiatamento per le future ricerche ed il diverso modo di addestramento dei cani ha permesso di battere una zona con il metodo della pista e del cono d’odore contemporaneamente aumentando così le possibilità di successo.
Uno dei sentieri che abbiamo esaminato, ormai in disuso da molto tempo, è confermato dall’assenza di segnalazioni e dal crollo di tutti i ponti (tranne uno).
Si sono presentate delle difficoltà di perlustrazione, sia per gli uomini che per i cani. In alcuni passaggi i cani sono stati passati in braccio, da una persona all’altra, per superare dei piccoli ostacoli di viabilità. Dove mancavano i ponti sono stati eseguiti passaggi per raggiungere il ruscello e guadarlo per poter poi proseguire. Proprio in questa zona scartata dalla Protezione Civile due cani hanno trovato in un canalone il corpo di Persona9. Pensiamo che la vittima sorpresa dal buio e dalla nebbia, sia precipitata dal sentiero scivoloso battendo il capo sull’albero e tramortito non ha avuto possibilità di scampo.
La buona riuscita del ritrovamento è da attribuire alle quattro squadre che hanno lavorato in perfetta sincronia organizzativa ed a tutto il personale che ha svolto l’incarico assegnatogli al meglio.